Nel settore della refrigerazione e del condizionamento, l’uso di gas fluorurati (noti come F-Gas) è regolamentato in modo stringente per motivi ambientali. I gas fluorurati, impiegati come refrigeranti in pompe di calore, climatizzatori, impianti frigoriferi e sistemi di condizionamento auto, contribuiscono in modo significativo al riscaldamento globale se rilasciati in atmosfera.
Per questo, l’Unione Europea ha imposto che solo personale adeguatamente formato e certificato possa maneggiare questi gas. Il Corso F-GAS è il percorso formativo non obbligatorio che prepara tecnici e operatori a ottenere la certificazione (patentino) F-GAS, certificato che dimostra le competenze e l’abilitazione a manipolare in sicurezza apparecchiature contenenti gas fluorurati.
In questa guida tecnica esamineremo cos’è il corso F-GAS e la certificazione F-GAS, a chi serve e come funziona, descrivendo i settori di applicazione (civile, industriale, automotive), le competenze fornite, gli obblighi normativi aggiornati (UE e Italia), le modalità di svolgimento con costi e durata, i vantaggi per le aziende e uno sguardo alle future novità normative.
Cos’è il corso F-GAS e a cosa serve
Il Corso F-GAS è un percorso di formazione professionale finalizzato a fornire ai tecnici le conoscenze teoriche e pratiche necessarie per lavorare con i gas fluorurati in modo sicuro, efficiente e conforme alla legge.
Al termine del corso, si sostiene un esame (teorico e pratico) per ottenere il certificato F-GAS, spesso chiamato patentino frigorista, riconosciuto a livello nazionale ed europeo.
Questo certificato attesta che il titolare ha le qualifiche adeguate e la preparazione necessaria per operare su impianti contenenti F-Gas, garantendo che le sue attività vengano svolte in sicurezza e nel rispetto dell’ambiente.
In pratica, possedere il patentino F-GAS significa dimostrare professionalità e competenza in un settore altamente specializzato, ed è diventato un requisito imprescindibile per frigoristi, installatori e manutentori HVAC/R (Heating, Ventilation, Air Conditioning, Refrigeration).
Lo scopo principale del corso e della relativa certificazione è duplice: tutelare l’ambiente – riducendo le emissioni in atmosfera di gas serra ad alto potenziale climalterante – e garantire standard di qualità e sicurezza nelle operazioni tecniche.
I partecipanti al corso apprendono l’importanza di contenere, recuperare e maneggiare correttamente i gas fluorurati, minimizzando le perdite di gas e prevenendo incidenti.
Dal punto di vista normativo, il patentino è richiesto per legge dal Regolamento (UE) n. 517/2014 sui gas fluorurati ad effetto serra (e successive revisioni), che ha introdotto in tutta Europa l’obbligo di certificazione per chiunque operi con questi gas.
In Italia, tale obbligo è recepito e disciplinato dal D.P.R. 146/2018, come vedremo più avanti, rendendo il corso F-GAS un passaggio obbligato per lavorare legalmente nel settore.
In sintesi, il corso F-GAS serve a fornire ai tecnici le conoscenze necessarie per svolgere attività su apparecchiature contenenti F-Gas in conformità alla normativa vigente, proteggendo allo stesso tempo l’ambiente e la sicurezza operativa.
Settori di applicazione: civile, industriale e automotive
L’obbligo di conseguire la certificazione F-GAS si estende a tutti i principali settori in cui vengono utilizzati gas fluorurati come refrigeranti. Nel settore civile e commerciale, ciò include gli impianti di condizionamento d’aria e climatizzazione negli edifici, i sistemi frigoriferi commerciali (come i banchi frigo dei supermercati) e le sempre più diffuse pompe di calore installate in abitazioni e uffici.
Chi installa o manutiene un climatizzatore domestico o un chiller per uffici, ad esempio, deve essere installato da un’azienda certificata F-GAS, in quanto opera su apparecchiature contenenti refrigeranti fluorurati (tipicamente HFC come R410A, R32, ecc.). Anche i tecnici che lavorano su impianti di refrigerazione commerciale (celle frigorifere, frigoriferi industriali per la conservazione alimentare) rientrano nell’ambito civile/industriale e necessitano del patentino.
In ambito industriale, l’abilitazione F-GAS copre tutte le attività su grandi impianti frigoriferi e di refrigerazione industriale, impianti di climatizzazione centralizzata, sistemi di refrigerazione di processo nelle fabbriche e sistemi antincendio che utilizzano gas fluorurati.
Ad esempio, negli impianti di refrigerazione per la logistica del freddo o nelle industrie alimentari, i tecnici frigoristi devono essere certificati per poter intervenire su macchinari che spesso contengono ingenti quantità di HFC ad alto GWP.
Analogamente, rientrano nel campo di applicazione anche settori specializzati come quello dei commutatori elettrici in alta tensione contenenti gas SF6 (un gas fluorurato usato come isolante): anche se queste applicazioni elettriche sono di nicchia, il personale che opera in manutenzione o recupero di SF6 deve possedere certificazione F-GAS specifica.
In generale, ogni contesto industriale in cui vi siano apparecchiature con F-Gas (dal condizionamento industriale ai sistemi antincendio a gas) ricade negli obblighi di certificazione.
Nel settore automotive, l’uso di gas fluorurati riguarda principalmente i sistemi di aria condizionata dei veicoli a motore. I meccanici e autoriparatori che si occupano della ricarica e manutenzione dei climatizzatori per auto e altri veicoli devono conseguire un’abilitazione specifica. In particolare, il Regolamento (CE) 307/2008 (tuttora vigente nell’ambito del Reg. 517/2014) prevede che i tecnici che recuperano il refrigerante (ad esempio R134a) dai climatizzatori auto debbano ottenere un apposito attestato tramite un breve corso di formazione.
Questo attestato per il settore automotive si ottiene frequentando un corso di circa 8 ore e permette di operare sugli impianti A/C dei veicoli in modo conforme alla legge. Va evidenziato che, mentre per gli impianti fissi la legge richiede la certificazione (patentino) con esame, per gli impianti dei veicoli si parla di attestato di formazione: è comunque un requisito obbligatorio e soggetto a controllo.
Il campo automotive non si limita alle autovetture: con l’evoluzione normativa sono incluse anche macchine operatrici mobili, veicoli refrigerati (es. camion frigo), treni e altri mezzi dotati di sistemi di refrigerazione o climatizzazione con F-Gas. In sostanza, qualunque tecnico operante su climatizzatori d’auto, camion refrigerati o altri mezzi di trasporto con gas fluorurati deve essere formato e abilitato, assicurandosi di rispettare le normative specifiche di quel settore.
Competenze fornite dal corso F-GAS e attività soggette a certificazione
Il Corso F-GAS è studiato per fornire ai partecipanti un insieme completo di competenze tecnico-pratiche e conoscenze normative. Dal punto di vista tecnico, durante il corso vengono affrontati temi di termodinamica di base applicata alla refrigerazione, spiegando il funzionamento di compressori, condensatori, evaporatori e l’uso dei gas refrigeranti. Viene posta grande enfasi sulle proprietà dei gas fluorurati (ad esempio il loro GWP – Global Warming Potential e l’impatto sul clima), così da sensibilizzare i futuri tecnici sull’importanza di evitare dispersioni in atmosfera.
Sul piano pratico, i corsisti apprendono le procedure corrette per maneggiare i refrigeranti: come effettuare il recupero del gas da un impianto prima di aprirlo, l’uso dei macchinari di recupero e riciclo, come realizzare il vuoto nell’impianto e successivamente ricaricare il refrigerante in sicurezza, seguendo metodi che prevenzano perdite. Vengono inoltre insegnate tecniche di ricerca delle perdite (utilizzando cercafughe elettronici, azoto tracciatore, ecc.) e di manutenzione preventiva per garantire l’integrità degli impianti. Una parte fondamentale della formazione riguarda le norme di sicurezza: i tecnici imparano a utilizzare dispositivi di protezione individuale, a gestire gas sotto pressione e, nel caso di refrigeranti alternativi (come miscele infiammabili o CO2 ad alta pressione), a seguire protocolli di sicurezza specifici.
Oltre agli aspetti tecnici, il corso copre la conoscenza della normativa vigente e degli obblighi legali dell’operatore. I partecipanti studiano il contenuto del Regolamento F-GAS europeo e del DPR italiano di attuazione, apprendendo ad esempio quali apparecchiature ricadono nell’obbligo di controllo periodico delle perdite, con che frequenza devono essere controllate in base al quantitativo di refrigerante (espresse in tonnellate CO2 equivalenti), come compilare i registri dell’apparecchiatura e le schede di intervento, e come comunicare gli interventi alla Banca Dati nazionale. Si affrontano anche i requisiti per la etichettatura delle apparecchiature contenenti F-Gas e le procedure per la gestione dei gas recuperati (stoccaggio, invio a smaltimento o riciclo). In sostanza, il corso fornisce tutti gli elementi per operare in conformità alla legge e a regola d’arte.
Un aspetto cruciale è che il possesso del patentino F-GAS è obbligatorio per svolgere specifiche attività lavorative su impianti contenenti gas fluorurati. Le attività per cui la certificazione è richiesta (definite dall’art. 7 del D.P.R. 146/2018) includono, per le apparecchiature di refrigerazione, climatizzazione e pompe di calore fisse (nonché per i gruppi frigoriferi dei mezzi di trasporto): controllo delle perdite, recupero del gas, installazione di nuovi impianti, riparazione e manutenzione degli impianti esistenti, e smantellamento/disattivazione a fine vita.
Simili attività sono elencate anche per i sistemi di protezione antincendio che usano F-Gas e per i commutatori elettrici con SF6, ambiti dove pure vige l’obbligo di patentino per chi interviene. In pratica, qualsiasi intervento che comporti la manipolazione di gas fluorurati (dall’installare un condizionatore al riparare una cella frigo, fino al recupero di refrigerante da un chiller o da un estintore a gas) richiede un tecnico certificato F-GAS. L’obiettivo è assicurare che tali operazioni delicate siano effettuate da personale competente, così da evitare fuoriuscite di gas nocivi e garantire la qualità del lavoro. La certificazione F-GAS, con il relativo esame finale, è strutturata proprio per verificare che il candidato abbia acquisito tutte le abilità pratiche e le conoscenze teoriche necessarie a effettuare queste attività in modo corretto e legale.
Il quadro normativo su Gas Fluorurati: regolamenti europei e normativa italiana
La disciplina dei gas fluorurati si basa su un articolato quadro normativo, composto da regolamenti UE direttamente applicabili e da disposizioni nazionali di attuazione. A livello europeo, la pietra miliare è stato il Regolamento (UE) n. 517/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio, entrato in vigore nel 2015, che ha rafforzato la precedente normativa (Reg. CE 842/2006) imponendo misure stringenti per il contenimento delle emissioni di F-Gas e introducendo l’obbligo di certificazione e formazione per gli operatori in tutti gli Stati membri.
Il Regolamento 517/2014 ha stabilito requisiti uniformi per la qualificazione dei tecnici (poi dettagliati tramite regolamenti di esecuzione, ad es. il Reg. (UE) 2015/2067 per la certificazione dei frigoristi e il Reg. (UE) 2015/2066 per gli addetti ai commutatori elettrici) e ha imposto restrizioni progressive all’uso di F-Gas ad alto GWP, in un’ottica di riduzione graduale (phase-down) entro il 2030. Questo regolamento europeo ha reso necessario in ogni paese membro l’istituzione di sistemi di certificazione per persone e imprese, nonché di registri per monitorare l’uso di tali gas.
In Italia, le disposizioni del Reg. 517/2014 sono state recepite con il D.P.R. 16 novembre 2018 n. 146, entrato in vigore il 24 gennaio 2019. Questo decreto ha attuato integralmente il regolamento europeo sui gas fluorurati e ha abrogato la precedente normativa italiana (D.P.R. 43/2012). Il D.P.R. 146/2018 ha istituito il Registro Telematico Nazionale delle persone e delle imprese certificate (gestito dalle Camere di Commercio) e ha introdotto la Banca Dati F-GAS, una piattaforma online obbligatoria dove registrare tutte le vendite di gas fluorurati e le operazioni di installazione, manutenzione e smantellamento di apparecchiature contenenti tali gas. In base a questo decreto, chiunque intenda operare con F-Gas deve iscriversi al Registro nazionale e conseguire la relativa certificazione entro un certo termine.
In particolare, le persone fisiche e le imprese che svolgono le attività su impianti con F-Gas (installazione, assistenza, manutenzione, riparazione, controllo perdite e recupero gas) devono essere iscritte e certificate. L’iscrizione al Registro e la certificazione avvengono tramite organismi di certificazione accreditati (autorizzati dal Ministero dell’Ambiente), secondo procedure stabilite dalla legge. Il certificato rilasciato alle persone fisiche ha validità decennale, mentre la certificazione delle imprese (ditte che operano sugli impianti) dura 5 anni; entrambe vanno rinnovate presentando domanda e – per le persone – superando un nuovo esame prima della scadenza.
Nel dettaglio, l’iter normativo italiano prevede che il tecnico frigorista si iscriva al Registro F-GAS tramite la propria Camera di Commercio, quindi frequenti il corso di formazione e sostenga l’esame presso un organismo accreditato; una volta superato l’esame, l’organismo emette il patentino F-GAS e registra l’esito nella banca dati nazionale, abilitando ufficialmente la persona a operare. Parallelamente, anche l’impresa (ad esempio la ditta di manutenzione o installazione) deve certificarsi: ciò richiede di dimostrare di avere personale certificato, le attrezzature idonee e di rispettare determinate procedure di qualità.
Da notare che, con il nuovo DPR 146/2018, sono state semplificate alcune procedure rispetto al passato – ad esempio non è più richiesto alle imprese di predisporre un Piano della Qualità secondo la norma UNI 10005, obbligo invece previsto dal vecchio DPR 43/2012 (questo per snellire l’onere burocratico). Tuttavia, rimangono in vigore sanzioni significative per chi opera senza certificazione o non rispetta gli obblighi di legge: il DPR 146/2018 infatti stabilisce precise responsabilità e penali per la violazione delle norme sugli F-Gas. Ad esempio, vendere gas fluorurati a clienti non certificati, oppure effettuare interventi senza patentino, può comportare multe elevate sia per il tecnico sia per l’azienda.
Un aspetto del quadro normativo da evidenziare è la validità europea della certificazione: grazie al meccanismo di mutuo riconoscimento nell’UE, un tecnico che consegue il patentino F-GAS in Italia può operare anche negli altri Stati membri senza necessità di nuova certificazione. Analogamente, un’azienda estera certificata può lavorare in Italia previa iscrizione al Registro nella sezione apposita per certificati esteri.
Questo favorisce la mobilità dei professionisti nel mercato unico europeo, assicurando al contempo standard formativi comuni. Inoltre, accanto alle normative principali già citate, esistono regolamenti specifici per settori particolari: ad esempio, la Direttiva 2006/40/CE e il citato Regolamento (CE) 307/2008 disciplinano i requisiti per i sistemi di aria condizionata nei veicoli a motore (MAC), introducendo l’obbligo dell’attestato di formazione per gli autoriparatori.
Anche questi atti si inseriscono nel quadro generale di contenimento dei gas fluorurati ad effetto serra. Infine, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) emana periodicamente circolari e chiarimenti (ad es. sulle modalità di comunicazione degli interventi in banca dati, tariffe, proroghe emergenziali, ecc.), per agevolare l’applicazione pratica della normativa.
È importante sottolineare che il quadro normativo è in continua evoluzione: l’attenzione crescente verso la lotta al cambiamento climatico spinge infatti ad aggiornare regole e obiettivi sugli F-Gas. Proprio di recente, l’Unione Europea ha varato un nuovo regolamento che aggiorna profondamente la disciplina, come vedremo nella sezione successiva.
Come si svolge il corso F-GAS: durata, certificazione e costi
Il percorso per ottenere la certificazione F-GAS si compone dell’iscrizione al Registro Telematico Nazionale F-GAS (sezione persone fisiche) attraverso la Camera di Commercio competente; dopodiché ci si può rivolgere a un organismo di certificazione accreditato per programmare l’esame. Il corso di formazione non è obbligatorio e può essere svolto anche online presso centri di formazione autorizzati (spesso gli stessi organismi di certificazione o enti convenzionati con essi). In genere, la durata complessiva della formazione è di circa 4 ore, spesso suddivise in una parte teorica e una pratica.
Chi invece deve imparare a eseguire le operazioni di base può iscriversi al corso di Tecniche Frigorifere, della durata di 20 ore in presenza (che possono includere moduli online per la teoria), seguite poi dalla sessione d’esame in presenza. Molti enti organizzano il corso su 2 giornate consecutive: la prima dedicata alla teoria normativa e tecnica, la seconda a esercitazioni pratiche su impianti e apparecchiature, propedeutiche all’esame pratico. In altri casi, il corso può essere condensato in un’unica giornata intensiva, specie se i partecipanti hanno già esperienza e familiarità con gli impianti (in tal caso, il corso funge da preparazione mirata all’esame).
Molti enti organizzano il corso su 2 giornate consecutive: la prima dedicata alla teoria normativa e tecnica, la seconda ad esercitazioni pratiche su impianti e apparecchiature, propedeutiche all’esame pratico. In altri casi il corso può essere condensato in un’unica giornata intensiva, specie se i partecipanti hanno già esperienza e familiarità con gli impianti (in tal caso il corso funge da preparazione mirata all’esame).
Il programma formativo copre come visto argomenti quali: normativa F-GAS europea e nazionale; caratteristiche dei gas refrigeranti fluorurati e loro impatto ambientale; tecniche di brasatura e giunzione dei tubi; procedure di vuoto, recupero e ricarica del refrigerante; utilizzo della strumentazione (manometri, pompe del vuoto, bilance, cercafughe, stazioni di recupero, etc.); pratiche di sicurezza. Spesso sono previste dimostrazioni e simulazioni di prove d’esame. Al termine della formazione, i candidati affrontano l’esame di certificazione, che secondo la normativa consiste in una prova teorica scritta e una prova pratica.
La prova teorica verifica le conoscenze sui principi del freddo, sulla regolamentazione e sulle corrette procedure operative, mentre la prova pratica richiede al candidato di eseguire materialmente alcune operazioni su un impianto didattico (ad esempio effettuare un recupero di refrigerante, saldare una tubazione, riparare una fuga simulata e fare il vuoto nell’impianto, o misurare la pressione e la temperatura per controllare il funzionamento).
L’esame viene svolto alla presenza di esaminatori qualificati dell’organismo di certificazione. Se il candidato supera con successo entrambe le prove, l’organismo rilascia il certificato F-GAS personale, generalmente entro poche settimane, e provvede ad iscrivere il nominativo del tecnico certificato nel Registro nazionale (sezione delle persone certificate). Da quel momento, il tecnico è legalmente abilitato a svolgere in autonomia tutte le attività su apparecchiature F-Gas consentite dalla categoria di certificazione ottenuta.
La certificazione F-GAS personale ottenuta ha una validità di 10 anni. Ciò significa che dopo dieci anni il tecnico dovrà richiederne il rinnovo, sostenendo un nuovo esame (o adempiendo alle procedure di aggiornamento che saranno vigenti al momento). Per mantenere la certificazione attiva, alcune organizzazioni richiedono anche il versamento di un piccolo contributo annuale di mantenimento e la dimostrazione di aver svolto almeno un intervento all’anno nel campo (requisito inteso ad attestare che il tecnico mantiene pratica operativa). Sul fronte delle imprese, il certificato aziendale dura 5 anni e deve essere rinnovato presentando all’organismo certificatore la documentazione aggiornata che comprovi il mantenimento dei requisiti (personale certificato, attrezzature tarate, ecc.).
Per quanto riguarda i costi del corso e della certificazione, essi possono variare a seconda dell’ente erogatore, della modalità (corso in aula tradizionale vs. corso online blended) e della regione. Indicativamente, un corso F-GAS con esame ha un costo medio nell’ordine di qualche centinaio di euro.
Ad esempio, sul mercato si trovano offerte di pacchetti corso+esame per circa 500-600 € + IVA a persona, comprendenti la formazione e la quota d’esame. In alcuni casi, associazioni di categoria o enti bilaterali offrono tariffe agevolate per gli associati (talvolta intorno ai 300-400 €). Alcune aziende fornitrici di attrezzature o refrigeranti, come strategia promozionale, propongono il rimborso parziale del costo del patentino attraverso sconti sugli acquisti futuri. Inoltre, ottenere più certificazioni nella stessa sessione (ad esempio certificare due tecnici insieme) può dare diritto a sconti di gruppo.
È comunque importante rivolgersi a enti di formazione accreditati e assicurarsi che l’esame sia svolto da un organismo di certificazione autorizzato da Accredia – questo garantisce la validità legale del patentino.
Ricordiamo infine che, per il settore automotive (autoriparatori), il percorso formativo è più breve. Si tratta di un corso di 8 ore, al termine del quale viene rilasciato l’attestato di abilitazione senza ulteriori esami scritti.
dato che la verifica avviene durante la formazione stessa. In tutti i casi, l’investimento nel patentino F-GAS è un passo fondamentale per chiunque voglia operare professionalmente nel campo della refrigerazione e climatizzazione, ed è rapidamente ripagato dall’accesso ai lavori regolamentati che altrimenti sarebbero preclusi.
Vantaggi per le aziende e gli operatori certificati
Oltre ad essere un obbligo di legge, la certificazione F-GAS porta con sé numerosi vantaggi sia per i singoli tecnici che per le aziende del settore. In primo luogo vi è il tema della conformità normativa: un’azienda che impiega solo personale certificato ed è essa stessa in possesso della certificazione F-GAS opera nel pieno rispetto delle normative vigenti, evitando il rischio di incorrere in pesanti sanzioni amministrative o penali.
Le normative italiane prevedono controlli e sanzioni per chi svolge attività sugli F-Gas senza patentino o omette di comunicare gli interventi al registro: essere in regola significa quindi azzerare il rischio di multe e provvedimenti che potrebbero tra l’altro sospendere l’attività dell’azienda. La conformità garantisce anche una riduzione del rischio ambientale e una maggiore tutela verso i clienti: un tecnico certificato è formato per minimizzare le perdite di refrigerante e gestire correttamente i gas esausti, contribuendo a evitare emissioni illecite in atmosfera e potenziali danni ecologici.
Vi sono poi benefici economici indiretti ma molto concreti. Possedere il patentino consente al tecnico e all’impresa di accedere legalmente a determinati lavori regolamentati (installazione e manutenzione di impianti di refrigerazione, climatizzazione, etc.) che altrimenti sarebbero preclusi. In altre parole, amplia le opportunità di business: ad esempio, un’azienda certificata potrà partecipare ad appalti pubblici o commesse private dove la qualificazione F-GAS è richiesta come prerequisito.
Anche la vendita di gas refrigerante è limitata per legge ai soli soggetti certificati: ciò significa che un’azienda non certificata non può nemmeno acquistare i gas necessari ai lavori, mentre chi è certificato può farlo liberamente (nel rispetto delle procedure di tracciamento in banca dati). Inoltre, la certificazione F-GAS è percepita come un sigillo di qualità e professionalità: i clienti, siano essi privati o altre imprese, sanno di potersi fidare di un operatore certificato, in quanto ciò garantisce che abbia competenze verificate e agisca secondo gli standard di legge.
Come evidenziato da Accredia (l’ente unico di accreditamento), la certificazione diviene uno strumento per accrescere la competitività sul mercato e trasmettere fiducia al cliente, costituendo una garanzia oggettiva e imparziale di competenza e professionalità. In pratica, un’azienda in regola avrà un vantaggio competitivo: potrà esplicitare nelle offerte commerciali il possesso delle abilitazioni, rassicurando i committenti sull’elevata qualità del servizio e sul fatto che saranno evitati problemi legali o ambientali.
Da non trascurare è anche l’impatto interno: formare i propri tecnici con il corso F-GAS significa migliorarne le capacità e aggiornare le loro conoscenze sulle migliori pratiche del settore. Ciò può tradursi in lavori svolti in maniera più efficiente, minor tasso di incidenti o inconvenienti (come perdite di gas dovute a manovre errate), e quindi risparmi di costi nel lungo periodo.
Un tecnico certificato saprà anche consigliare meglio i clienti su soluzioni a minor impatto ambientale (come l’uso di refrigeranti alternativi o interventi di retrofit), contribuendo all’innovazione e alla buona reputazione dell’azienda. Infine, va considerato che operare secondo norma tutela l’azienda anche da un punto di vista assicurativo: in caso di incidenti o contenziosi, poter dimostrare che il personale era qualificato e che si seguivano le procedure richieste può fare la differenza in termini di responsabilità civile. In sintesi, investire nella certificazione F-GAS porta beneficio non solo in termini di legalità, ma anche di immagine, affidabilità sul mercato e performance operativa.
Aggiornamenti normativi recenti e prospettive future
Il panorama normativo sui gas fluorurati è in evoluzione costante, spinto dagli obiettivi climatici sempre più ambiziosi fissati a livello internazionale. Negli ultimi anni abbiamo assistito a significative novità. In particolare, nel 2024 l’Unione Europea ha approvato un nuovo Regolamento F-GAS – (UE) 2024/573, che ha abrogato e sostituito il precedente Reg. 517/2014, introducendo ulteriori restrizioni e ampliando il campo di applicazione.
Il nuovo Regolamento, entrato in vigore l’11 marzo 2024, persegue l’obiettivo di eliminare gradualmente l’utilizzo dei gas fluorurati a effetto serra, promuovendo al contempo l’adozione di refrigeranti alternativi a basso impatto climatico. In pratica, l’Europa intende arrivare entro metà secolo a ridurre al minimo l’uso di F-Gas: emblematico il fatto che il Parlamento Europeo abbia votato per vietare quasi del tutto i gas fluorurati entro il 2050.
Il Regolamento 2024/573 fissa tappe intermedie importanti: ad esempio dal 1° gennaio 2025 è vietato utilizzare F-Gas con GWP = 2500 per la manutenzione di qualsiasi apparecchiatura frigorifera, salvo uso di gas rigenerati o riciclati e solo fino al 2030. Similmente, dal 2026 il divieto dei gas ad altissimo GWP verrà esteso alla manutenzione di impianti di condizionamento e pompe di calore, e a partire dal 2030-2032 saranno introdotti limiti ancora più stringenti (es. GWP < 750) per i refrigeranti nei nuovi impianti e per le manutenzioni future.
Queste scadenze implicano che molti impianti dovranno passare a refrigeranti alternativi (come HFO, miscele a basso GWP, o refrigeranti “naturali” tipo CO2, ammoniaca, idrocarburi) man mano che i tradizionali HFC ad alto GWP verranno messi al bando.
Dal punto di vista della certificazione, il nuovo regolamento europeo estende gli obblighi a settori prima non pienamente coperti.
Per esempio, diventa obbligatoria la certificazione F-GAS anche per i tecnici che operano su unità refrigerate di trasporto leggero (furgoni frigoriferi, container refrigerati mobili) e persino su sistemi di condizionamento di veicoli pesanti, macchine agricole, treni, aeromobili, ecc..
In parallelo, viene formalizzato l’obbligo di possedere un attestato di formazione per chi fa manutenzione sui sistemi di aria condizionata dei veicoli a motore (che di fatto conferma ed estende quanto già previsto dal Reg. 307/2008). Non solo: riconoscendo che la transizione verso refrigeranti alternativi (come gli HFO leggermente infiammabili o la CO2 ad alta pressione) richiede nuove competenze, il regolamento 2024/573 prevede che nei programmi di certificazione e formazione si includa anche l’uso in sicurezza di refrigeranti alternativi che non sono F-Gas. Ciò significa che in futuro ai tecnici potrebbe essere richiesto di aggiornare le proprie competenze per gestire ad esempio fluidi infiammabili o miscela di nuovi gas in modo sicuro ( ad esempio R290).
Organismi come ENEA e ISPRA, assieme al Ministero dell’Ambiente, stanno monitorando l’evoluzione normativa per fornire linee guida aggiornate e informare gli operatori sugli adeguamenti necessari.
In Italia, ci si attende un adeguamento del quadro normativo nazionale a queste nuove disposizioni comunitarie. È plausibile che il D.P.R. 146/2018 venga aggiornato (o sostituito da un nuovo decreto) per recepire le novità del Regolamento 2024/573, ampliando l’obbligo di certificazione ai nuovi settori indicati e prevedendo eventuali nuovi percorsi formativi per le sostanze alternative.
Nel frattempo, le Camere di Commercio e il portale F-GAS (fgas.it) stanno diffondendo notizie e chiarimenti: ad esempio, già a febbraio 2024 è stata pubblicata una news ufficiale sul sito F-GAS per annunciare l’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo e le sue implicazioni. Gli operatori del settore sono dunque invitati a rimanere aggiornati attraverso fonti autorevoli (Ministero dell’Ambiente – MASE, Accredia, ISPRA, Unioncamere) per conoscere per tempo eventuali nuovi obblighi.
In conclusione…
In conclusione, il Corso F-GAS e la relativa certificazione rappresentano oggi uno strumento indispensabile per lavorare nel campo della refrigerazione e del condizionamento in modo regolare e sostenibile.
L’evoluzione normativa, con obiettivi ambientali sempre più stringenti, rende tale qualificazione ancor più rilevante: non solo consente di essere conformi alle leggi attuali, ma prepara i professionisti e le aziende alle sfide future – dalla gestione di nuovi refrigeranti ecologici alla partecipazione a un mercato sempre più orientato alla sostenibilità ambientale e alla competenza tecnica certificata. Investire nella certificazione F-GAS significa investire nel futuro dell’azienda e del pianeta, assicurandosi di operare responsabilmente e cogliendo le opportunità offerte da un settore in trasformazione.